Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
articoli del 24/05/2006
come vede il mondo la gente?
cosa percepisce dei colori, nei toni di luce? cosa legge nei paesaggi, nei particolari, nelle nuvole, nelle ombre, nelle curve di un viso, nelle ombre in un asola, nelle rughe di un sorriso? cos'è che li spinge a fotografare qualcosa piuttosto che qualcos'altro? cosa li muove a decidere come porsi, il taglio, l'angolazione, l'inquadratura?
io guardo le foto degl'altri e non vedo nulla. vedo macchie sfocate, visi gelidi, magari sorridenti ma inespressivi, colori forti, tinte superflue, inquadrature sghembe, incomplete, squilibrate.
quando scatto una foto, quando poi la ritocco, la pulisco, cerco di attribuire qualcosa; un senso, un atmosfera, un emozione, una sensazione. cerco di tradurre dietro l'obiettivo ciò che vedo, ciò che immagino, ciò che percepisco, ciò che considero, ciò che sento.
e mi chiedo, ma se la gente scatta foto così brutte, sterili, asettiche, piatte, banali... come vede il mondo la gente?
Su un libro di testo sottratto a un nipote liceale trovo questa sconcertante affermazione: “Il punto fermo a volte può essere sostituito dal punto e virgola, che indica una pausa meno netta…L'uso del punto e virgola, comunque, non è indispensabile”.
Non è indispensabile? Protesto. Il punto e virgola è più che indispensabile; è comodo (vedete?), filosoficamente utile e politicamente interessante. Secondo T. W. Adorno è “il simbolo stesso della dialettica”: supera e riprende quel che è antecedente, e lo trasforma in qualcosa di diverso. Mi permetto di aggiungere: il punto e virgola è ammirevole. Una scelta liberale di fronte alla dittatura del punto e all'anarchia delle virgole. I nemici del punto e virgola dicono: bisogna semplificare! Sono i machos dell'interpunzione. Vogliono punti fermi, esclamazioni, domande; il punto e virgola viene considerato un segno sessualmente equivoco. E se anche fosse?
Beppe Severgnini sul Corriere della sera del 18/5/2006
foto del 24/05/2006
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